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La Storia Controversa dello Studio dei Sette Paesi


L'evoluzione delle linee guida nutrizionali moderne rappresenta un caso emblematico di come la ricerca scientifica possa essere influenzata da fattori esterni alla pura evidenza empirica. Ritengo fondamentale analizzare criticamente il percorso che ha portato alle attuali raccomandazioni alimentari, partendo dallo "Studio dei Sette Paesi" di Ancel Keys, uno degli scienziati più influenti di sempre.


Lo Studio dei Sette Paesi, guidato da Keys, è stato considerato per molti decenni il fondamento della ipotesi che lega il consumo di grassi saturi all'insorgenza di malattie cardiovascolari. Avviato nel 1957, lo studio era più ampio e ambizioso di qualsiasi altro studio nutrizionale americano fino ad allora. Lo studio ha seguito circa 12.770 uomini in 16 località di sette paesi, tra cui Italia, Grecia, Jugoslavia, Finlandia, Paesi Bassi, Stati Uniti e Giappone. Keys, grazie ai suoi viaggi in tutto il mondo, sapeva che la scelta di questi paesi avrebbe probabilmente confermato la sua ipotesi. Non incluse, per esempio, luoghi come Germania, Svizzera e Francia, dove le persone consumavano molti grassi saturi ma presentavano tassi di malattie cardiache bassi come quelli inclusi nello Studio dei Sette Paesi [1].


La selezione delle nazioni da parte di Keys ha dato origine alla critica che abbia selezionato a piacimento i paesi per provare la sua ipotesi. Mentre i difensori dello Studio dei Sette Paesi hanno tentato di respingere questa accusa, resta vero che Keys ha utilizzato un approccio non casuale per la selezione dei paesi, permettendo l'introduzione di un errore (bias) metodologico[2].


Nel 1975, quando Keys pubblicò i suoi risultati, mostrò una forte correlazione tra il consumo di grassi saturi e le morti per malattie cardiache. Tuttavia, analisi successive dello Studio dei Sette Paesi hanno trovato numerose carenze nei dati. Per esempio, Keys ha campionato dati alimentari solo dal 3,9% degli uomini, meno di 500 partecipanti totali, circa 30 per località. Inoltre, ha utilizzato metodi non validati e non standardizzati di valutazione dietetica che differivano tra i gruppi. A Creta, uno dei campioni alimentari fu preso durante il periodo della Quaresima, che era rigorosamente osservata dalla chiesa ortodossa greca e che vietava "tutti gli alimenti di origine animale". I grassi saturi furono quindi molto probabilmente sottostimati in questa popolazione, tuttavia Keys minimizzò questo problema nel suo rapporto e concluse che l'eccellente salute dei cretesi poteva essere attribuita al loro basso consumo di questi grassi [3].


In definitiva, il principale limite dei dati dello Studio dei Sette Paesi era poter mostrare solo un'associazione, non una relazione causa-effetto. I risultati dello Studio dei Sette Paesi non sono mai stati analizzati in modo indipendente, e la maggior parte degli studi successivi che utilizzano approcci simili non sono riusciti a confermare le sue conclusioni [1].


Durante la sua attività Keys screditò e boicottò con forza la ricerca di John Yudkin: uno scienziato che identificava lo zucchero come il reale fattore di rischio cardiovascolare. Con il passare degli anni, mentre le malattie legate al metabolismo sono andate costantemente ad aumentare, si sono accumulate sempre più evidenze della correttezza delle teorie di Yudkin [5].


Quello di Yudkin fu solo uno degli episodi della guerra che si svolse a suon di pubblicazioni negli anni '60 e '70 a livello accademico. L'accademia era divenuta campo di battaglia per l'industria alimentare. Solo nel 2016 è emerso che in quel contesto l'industria dello zucchero aveva addirittura finanziato tre ricercatori di Harvard per orientare gli studi a proprio favore, falsificando la ricerca scientifica a discapito della salute pubblica [4].


Senza dover ricorrere a falsificare i dati, in altri casi bastò occultarli. L'esempio più noto è il Minnesota Coronary Experiment, uno studio randomizzato e di ottima qualità condotto dallo stesso Keys. Lo studio prevedeva la sostituzione dei grassi saturi con olio vegetale ricco di acido linoleico e venne condotto in diversi ospedali psichiatrici in condizioni molto rigorose. I risultati e mostrarono che nonostante nel gruppo che assumeva olio vegetale ci fosse un abbassamento del livello del colesterolo, si aveva anche un aumento della mortalità, mostrando risultati che smentivano la tesi di Keys. I dati dello studio vennero tenuti nascosti in uno scantinato per anni e vennero trovati solo nel 2016 [5].


La storia dello Studio dei Sette Paesi ci insegna quanto sia importante mantenere un approccio critico e indipendente nella ricerca scientifica, specialmente quando le implicazioni per la salute pubblica sono significative. Questa vicenda rappresenta un monito sull'importanza di una continua revisione critica delle evidenze scientifiche e sulla necessità di mantenere l'indipendenza della ricerca da interessi commerciali e personali.



Bibliografia:


1: Teicholz N. A short history of saturated fat: the making and unmaking of a scientific consensus. Curr Opin Endocrinol Diabetes Obes. 2023 Feb 1;30(1):65-71. doi: 10.1097/MED.0000000000000791. Epub 2022 Dec 8. PMID: 36477384; PMCID: PMC9794145.


2: Teicholz N. Response to critique of review of The Big Fat Surprise. Lancet. 2019 May 25;393(10186):2124. doi: 10.1016/S0140-6736(19)30686-5. PMID: 31226050.


3: Sarri K, Kafatos A. The Seven Countries Study in Crete: olive oil, Mediterranean diet or fasting? Public Health Nutr. 2005 Sep;8(6):666. doi: 10.1079/phn2005765. PMID: 16236197.


4: Kearns CE, Schmidt LA, Glantz SA. Sugar Industry and Coronary Heart Disease Research: A Historical Analysis of Internal Industry Documents. JAMA Intern Med. 2016 Nov 1;176(11):1680-1685. doi: 10.1001/jamainternmed.2016.5394. Erratum in: JAMA Intern Med. 2016 Nov 1;176(11):1729. doi: 10.1001/jamainternmed.2016.6774. PMID: 27617709; PMCID: PMC5099084.


5: Ting KKY. John Yudkin's hypothesis: sugar is a major dietary culprit in the development of cardiovascular disease. Front Nutr. 2024 Jul 4;11:1407108. doi: 10.3389/fnut.2024.1407108. PMID: 39027662; PMCID: PMC11257042.


6: Ramsden C E, Zamora D, Majchrzak-Hong S, Faurot K R, Broste S K, Frantz R P et al. Re-evaluation of the traditional diet-heart hypothesis: analysis of recovered data from Minnesota Coronary Experiment (1968-73) BMJ 2016; 353 :i1246 doi:10.1136/bmj.i1246



Consigli per la lettura per chi vuole approfondire:

  • "The big fat surprise", di Teicholz N.

  • "Good calories, bad calories", di Taubes G.

  • "Pure, White and Deadly", di Yudkin J.

  • "Fat Chance: The Hidden Truth About Sugar, Obesity and Disease", di Lustig R.


 
 
 

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